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Servo di Dio Flavio Corrà (1917-1945)

Flavio Corrà nacque il 7 aprile 1917 a Salizzole (Verona) e il 22 dello stesso mese fu battezzato. La madre, molto pia, fu la prima sua educatrice di vita cristiana. Dal 1923 al 1928 frequentò Salizzole le cinque classi elementari e la scuola di catechismo. Dal 1928 al 1932, si preparò privatamente al ginnasio. Nel 1932 la famiglia si trasferì a Isola della Scala, dove Flavio  frequentava la parrocchia e faceva parte dell’ Azione Cattolica, continuando intanto gli studi privati per superare il ginnasio. Nel 1934 si iscrisse al liceo scientifico Angelo Messedaglia di Verona. Intanto iniziò a dare ripetizioni per aiutare la famiglia in difficoltà, ma a causa dello studio e dell’intenso lavoro si ammalò e fu costretto a lunghe cure. Nel 1936 venne nominato delegato Aspiranti nella parrocchia; dandosi così all’apostolato tra i giovani. Dal dicembre 1934 aveva iniziato a scrivere i suoi diari di vita personale. Nei viaggi e a scuola raccoglieva amici di Azione Cattolica, compiendo un intenso apostolato tra gli studenti. Nel 1937 fu proposto da mons. Giuseppe Fontana (1885-1962), parroco-abate di Isola della Scala (1929-58), agli incarichi di presidente parrocchiale e foraniale dell’ Azione Cattolica, che riuniva spesso presso il santuario della Madonna delle Grazie della Bastia. Allergico alle esercitazioni premilitari fasciste, ricevette nel 1938 un richiamo ufficiale dal Federale di Verona. Compiuta nel 1939 la maturità liceale, nell’autunno si iscrisse alla facoltà di Scienze matematiche e fisiche dell’Università di Padova, che frequentò fino al 1941, quando ricevette la chiamata a militare. Intanto, nel 1940, ricevette un incarico quale docente di matematica nella Scuole di Avviamento professionale di Nogara. Incontrò nel frattempo Iside Spaziani (1917-92) con cui dopo qualche anno si fidanzò, percorrendo un itinerario esemplare verso il matrimonio cristiano. Durante il periodo del servizio militare (1941-43), nei vari trasferimenti da Verona a Udine, Brazzano di Gorizia, Trichiana di Belluno e Pavia restò costantemente fedele alla vita cristiana, fervente di preghiera e di azione tra i soldati in caserma, nelle parrocchie che poteva frequentare e con gli universitari, continuando anche i suoi studi. Dopo i fatti dei 25 luglio 1943 (deposizione di Mussolini) fu mandato al fronte a Santa Maria Capua Vetere. Tornò, sfuggendo ai controlli tedeschi, a seguito dell’armistizio dell’8 settembre, il giorno 19 seguente. Nel 1944 rimase renitente per l’intero anno, spostandosi da un luogo all’altro, vivendo nelle campagne, in casa di parenti e amici. Nel frattempo, insieme col fratello Gedeone diede la propria adesione alla missione militare Rye, chiamato dal comandante Carlo Perucci (1914-75), già presidente dell’ Azione Cattolica di Verona (1935-38), e partecipò al Comitato di Liberazione Nazionale di Isola della Scala. Il 28 gennaio, durante un bombardamento in paese, che colpì anche l'ospedale e fece 32 morti e numerosi feriti, fu tra i soccorritori e organizzò l’assistenza ai senza tetto. Verso la fine dell’estate dello stesso anno, col fratello Gedeone, trovò asilo a Fagnano di Trevenzuolo presso la corte dei cugini Bissoli. La notte del 22 novembre venne arrestato con tutti gli altri componenti il Comitato in località Campagnol di Salizzole. Dopo interrogatori, maltrattamenti e torture, da parte della polizia tedesca e delle brigate nere fasciste, durante i quali dimostrò la massima resistenza e riservatezza, venne portato nel campo di Bolzano. Qui ebbe la grazia di assistere alla conversione di Gracco Spaziani (1884-1945), capo del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) di Isola della Scala e padre della sua stessa fidanzata, per il quale avevano tanto pregato. Il 19 Gennaio 1945 con altri 420 detenuti venne trasferito nel campo di sterminio di Flossenburg. Sopravvisse pochi mesi: il duro lavoro, le sevizie, la  denutrizione lo sfibrarono. Fino all’ultimo aiutò e assisté i suoi compagni di sventura. Il 18 marzo morì il fratello Gedeone con cui aveva condiviso l’intera sua esistenza. Non resisté al dolore. Il 1° aprile 1945, giorno dì Pasqua, terminò l’esistenza nella sua baracca. I suoi stessi compagni, esterrefatti, furono costretti a portarlo verso il forno crematorio, dove, oltre al fratello, finirono decine di migliaia di altri detenuti. Il 27 maggio1945 fu recata alla famiglia la notizia e le circostanze della morte dei due Fratelli. Per la loro beatificazione. e canonizzazione, il 14 settembre 2000 ebbe inizio a Verona la prima fase processuale conclusasi il 17 maggio 2003.