IO SONO PICCOLA COSA DI FRONTE A LEI"

Corrispondenza tra Maria Fioroni e Giuseppe Trecca (1935-1954

L'autore

a Cura di Andrea Ferrarese

Andrea Ferrarese (1973) storico, ha studiato presso l'Università di Venezia Cà Foscari e l'Università di Londra (University College London - UCL) laureandosi in Storia nel corso dell' a.a. 1995-1996. Nel 2003 ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia economica nell'Università di Verona; nel biennio 2003-2005 è stato borsista postdottorato presso il Dipartimento di Storia della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Padova, dove successivamente (2006-2010) ha svolto attività didattica e di ricerca come assegnista. Nel 2013 ha conseguito un Master di II livello in 'Museologia, museografia e gestione dei beni culturali' presso l'Università Cattolica di Milano. Nel 2014 è stato abilitato con unanimità di giudizio collegiale come professore associato per l'insegnamento di Storia economica nell'ambito dell'Abilitazione scientifica nazionale. Membro effettivo dell'Accademia di agricoltura, scienze e lettere di Verona e socio corrispondente della Deputazione di storia patria per le Venezie. Dal 2007 al 2018 ha diretto la Fondazione Fioroni di Legnago; attualmente è direttore del Centro Studi Dino Coltro di Verona. E' autore di oltre 170 pubblicazioni tra monografie, curatele, edizioni critiche e saggi.

Il Libro

Le decine di lettere raccolte, trascritte e commentate in queste pagine raccontano, oltre che l'incontro di due persone, l'incontro di due 'anime' profondamente innamorate di Legnago e della sua storia.  Due 'anime' foreste - come si direbbe nel nostro dialetto - arrivate a Legnago quasi per caso seguendo i tortuosi e spesso imprevedibili meandri della vita e delle sue vicissitudini. Due 'anime' che però in una perfetta sincronia di intenti e sensibilità si accorgono dell'urgenza di 'fare qualcosa' ( o forse anche più di qualcosa) per preservare a questa piccola cittadina un passato che lentamente veniva inghiottito e polverizzato dall'insensibilità dei più, da un culto del 'progresso' a cui i monumenti storici venivano sacrificati impunemente e dalle immancabili inerzie di amministrazioni impegnate su altri fronti più impellenti.

Scorrono così tra le righe quasi vent'anni di impegno reciproco, di don Trecca e della 'signorina' Maria, per salvare il salvabile, per frenare l'incuria, per trasformare il disinteresse in una potente leva di conoscenza (e di coscienza comune) che troverà una sua concreata realizzazione nel Museo Fioroni che, se oggi è vanto per la nostra città, rappresentò negli anni '50 una scommessa a dir poco azzardata.

Un altro tassello, insomma, per capire, per conoscere, per valutare meglio la silenziosa opera di Maria Fioroni, vista in queste lettere nel suo quotidiano depositarsi lentamente anno dopo anno, di progetto in progetto, con gli occhi sempre rivolti ad una città amata nel profondo.

Dalla Prefazione di Luigi Tin (presidente Fondazione Fioroni)