Cennic
Cenni Biografici
Il vescovo Ermolao Brabaro, patrizio veneziano, insigne per dottrina, prudenza e zelo apostolico, entrò solennemente in Verona il 9 giugno 1454 e vi rimase per circa 18 anni. Il 5 luglio 1454 istituì di nuovo a Verona l’ufficio di Tesoriere – al quale chiamò per primo il prete Parenzio – che già da lungo tempo era abolito, preservò al Capitolo il diritto di elezione e di proposta per questo incarico e riservò a sé e ai suoi successori il diritto di insediamento e di conferma circa i portatori di questo ufficio. Nel medesimo anno 1454, parte personalmente, parte affidandola al suo suffraganeo Matteo, si adoperò per una riforma radicale della diocesi ed iniziò la visita a tutte le chiese, terminandola nel 1460. È la prima visita pastorale di cui si ha documentazione, e sia lo svolgimento della funzione, sia l’esito delle singole visite, è relazionato in un registro, fonte preziosa per conoscere lo stato della diocesi verso la metà del sec. XV. Nel 1460 fu mandato in Francia quale legato apostolico; ritornato a Verona, fu poi nominato governatore dell’Umbria, ufficio che detenne per alcuni anni.Recatosi a Venezia per la soluzione di conflitti col Comune di Verona sorti per la questione appena accennata, Ermolao vi morì il 12 marzo 1471. Come da sua espressa volontà, fu sepolto nella Cattedrale di Verona davanti all’altare della Madonna del Popolo dove lo ricordava un’epigrafe oggi non più sul posto.
I "SERMONES DE TEMPORE"
Trovandosi alla guida di un gregge sbandato (secondo l'espressione usata dalla poetessa Isotta Nogarola in uno scritto a lui indirizzato), Ermolao Barbaro si mise all'opera, con decisione e fermezza, emanando una serie ordinata di provvedimenti. Quasi subito intraprese la Visita pastorale, ritenendola il mezzo più idoneo per attuare un vasto piano di riforma. Non è da sottovalutare il fatto che una personalità di così grande rilievo si sia sottoposta a un peso non indifferente, sia dal punto di vista fisico (strade disagiate, cibo e alloggio spesso molto poveri ... ) che morale (odiosità e resistenze per le inevitabili inquisizioni e censure).
Nella Visita veniva seguito uno schema (ordo), anche se non rigido. Per le chiese c'era un momento liturgico-rituale: non mancava mai l'adorazione al Santissimo (quando era conservato); a volte si celebrava la messa; talora veniva amministrata la cresima; si procedeva, quando richiesto, alla consacrazione della chiesa o di altari; infine venivano rivolte parole di esortazione al popolo. il secondo momento era costituito dall'esame dei luoghi sacri, della suppellettile, dall'interrogazione del clero e di alcuni laici. Alla fine venivano promulgati dei decreti e il popolo veniva incoraggiato ad attuarli, in vista del decoro dei luoghi sacri e del bene spirituale delle anime. il Vescovo era molto fermo nel rimuovere abusi e scandali, sia nelle parrocchie che nei monasteri.
si segnalano le tesi presenti in archivio:
M. Cipriani, Per lo studio di Ermolao Barbaro (1453-1471): la "famiglia" e alcune linee dell'attività pastorale. Il liber Collationum (1454-1463): analisi, edizione parziale e regestazione, Facoltà di magistero - Verona, a.a. 1991
M. Rancan, Per lo studio dell'episcopato veronese di Ermolao Barbaro: i primi due anni (1454-1456). Con l'edizione di un registro di atti diversi della cancelleria vescovile, Facoltà di magistero - Verona, a.a. 1988
S. Tonolli, Visita pastorale di Ermolao Barbaro, vescovo di Verona 1454 (Trascrizione).