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Biografia

Luigi di Canossa, nato a Verona il 20 aprile 1809 da nobile famiglia, entrò nella Compagnia di Gesù nel 1830. Fu ordinato sacerdote a Roma nel 1841, ma costretto a uscire dalla Compagnia per motivi di salute nel 1852, fu cooptato tra il clero veronese e fu eletto canonico della cattedrale di Verona nel 1857. Nominato vescovo di Verona dall’imperatore il 24 agosto 1861, fu preconizzato dal papa il 30 settembre 1861; il 19 dicembre, per mezzo di un rescritto, gli fu concessa la facoltà di poter ricevere la consacrazione da qualsiasi vescovo cattolico e da altri due vescovi il giorno 23 Gennaio 1862, dedicato allo Sposalizio della Beata Vergine Maria.

Fu consacrato nella cattedrale di Verona appunto il 23 gennaio 1862 dal vescovo di Trento. La nomina del Canossa a Verona fu molto gradita, sia perché si aveva finalmente un vescovo veronese, sia per il suo carattere cordiale e aperto ai tempi nuovi. Ordinato vescovo, nella sua prima lettera pastorale al clero e al popolo veronese, accennando alle poche parrocchie al di là del Mincio che dal 1859 erano sotto il governo di Vittorio Emanuele II, il vescovo di Verona, ancora austriaca, raccomandava a quei suoi figli spirituali l’obbedienza alle leggi e la fedeltà alla regnante Casa di Savoia, casa gloriosa e progenie di santi. Quando, dopo l’unione di Verona al Regno d’Italia (18 novembre 1866) il re venne a Verona e si recò in Duomo, fu accolto sul portale dal Canossa e dal Capitolo. Il dotto canonico Enrico Girardi (1789-1870) gli si accostò e tendendogli la mano: Sire - esclamò - permetta ch’io possa stringere la mano al primo re d'Italia. Il re, sorridendo, gliela porse. C'era insomma in quei giorni un tale spirito di concordia e di pace che non v’à lingua né penna che sia atta a descriverla.

Tutto ciò dice con quanta sincera gioia Verona e il suo clero accolsero l’unificazione d’Italia. Eppure poi vennero anni difficili. La Questione Romana servì per far sospettare i cattolici di antipatriottismo e per sfornare, sotto l’influsso di una potente massoneria, leggi soppressive di istituti religiosi e vincolatrici della Chiesa nella sua benefica espansione. Questa ondata anticlericale e settaria ebbe a Verona un momento acuto alla venuta del primo regio prefetto Antonio Allievi, che subito si rivelò, come la fama aveva preavvertito, un acceso anticlericale. Allora la scuola e la cultura erano nelle mani del clero. Anche alla Biblioteca Comunale (nata nel 1792) i direttori erano stati tutti, fino al 1883, sacerdoti. Allievi cercò subito, specie dal Ginnasio-Liceo Maffei, di allontanare i preti, ed erano professori eminenti. Appena saputo che era stato scelto per insegnante di filosofia don Francesco Angeleri, uomo dotto, fece di tutto perché venisse sostituito da Achille Andreasi, il cui unico titolo professionale era un notorio anticlericalismo. La misura dello spirito settario da cui erano animati alcuni esponenti della classe dirigente veronese si rivelò in occasione della processione del Corpus Domini del 1867, quando, connivente il prefetto, un gruppo di forsennati armati di bastone irruppe sulla processione che era giunta in piazza dei Signori, e spingendo e urlando provocò una fuga generale. Mons. Stefano Crosatti, vicario generale, che portava il Santissimo in luogo del vescovo che si trovava a Roma, ebbe appena il tempo di rifugiarsi in Santa Maria Antica.

L’episodio destò in diocesi tale accesa reazione che il prefetto dovette ricorrere ai parroci per calmare gli animi. Da allora, fino al 1891, anno in cui sommessamente riprese, non si fece più la cittadina processione del Corpus Domini.

A parte questi incresciosi episodi, l’attività del Canossa si svolse costruttiva. Delle sue annuali lettere pastorali sono notevoli quella Sulla devozione al Sacro Cuore e quella Sulla Massoneria. Stese anche delle Costituzioni per il clero assai sapienti. Si prodigò per i molti feriti della battaglia di Custoza (26 giugno 1866) facendoli porre anche nelle chiese. Prese parte attiva al concilio Vaticano I (1869-70) come attestano tre suoi riusciti interventi: Per lo sviluppo delle Missioni in Africa; Per un testo nazionale di catechismo; per l’infallibilità del Papa da definirsi. Fu vescovo di molta prudenza.

Un episodio. Con una sua circolare del maggio 1872 proibiva con parole forti al clero di andare a Erbezzo al luogo della decantata apparizione di Maria Vergine, non essendosi trovate prove sufficienti che accertassero i fatti che si dicevano colà avvenuti. L’affetto del popolo veronese verso il suo vescovo andava ognora crescendo: se ne ebbe una prova quando, designato dal papa per la vacante sede arcivescovile di Bologna, poté declinare tale pure onorifica nomina e rientrare in Verona il 17 gennaio 1877, atteso con devoto entusiasmo dai cittadini tutti, lieti del suo ritorno. Poco dopo, nel concistoro del 12 marzo 1877, veniva creato da Pio IX cardinale di Santa Romana Chiesa con assegnazione del titolo di San Marcello. A Bologna fu mandato il card. Lucido Maria Parocchi.

Il Canossa seguiva e appoggiava tutte le opere apostoliche e sociali che fervevano in quel tempo, promosse da un clero operoso e intelligente. Basterà ricordare alcuni parroci, come mons. Davide De Massari che riuscì a rompere a Legnago la stretta massonica, il beato Giuseppe Baldo, il beato Giuseppe Nascimbeni, il beato Zefirino Agostini, mons. Luigi Giacomelli, parroci e insieme fondatori di istituzioni religiose che potenziavano il loro apostolato, e si avrà la misura di quel clero. San Daniele Comboni, l’apostolo dell’ Africa, per il suo istituto missionario, che ebbe momenti difficili, trovò nel vescovo Canossa il protettore pronto, generoso, costante, pur con qualche incertezza. Il Canossa benedisse nel 1878 la nascita del pugnace periodico cattolico «Verona Fedele», che ebbe per fondatore e primo direttore don Alessandro Bussinello (1817-85). Il vescovo e cardinale seguiva gli studi svolti in Seminario da un eletto gruppo di insegnanti e preparava per la Chiesa Veronese di domani il chierico Bartolomeo Bacilieri, modesto ma intelligente figlio di lavoratori della terra, mandandolo a Roma per formarlo ai più alti studi della cultura ecclesiastica e nominandolo poi rettore del Seminario e chiedendolo quindi, nel 1888, suo vescovo ausiliare. Nei giorni 23 e 24 gennaio 1888 tutta la cittadinanza si strinse attorno a Luigi di Canossa per le feste giubilari, comprese le civiche autorità che vedevano in lui il pastore amorevole e il cittadino illuminato. Solennissime celebrazioni si ebbero nell’agosto del 1889 per il 50° anniversario del ritrovamento del corpo di san Zeno. Si fecero lavori alla cripta, si pose il corpo del Santo in una nuova urna bronzea, fatta con le offerte dei fedeli e per incarico di una commissione eletta dal vescovo, giacché il Comune - che aveva decretata quest’urna in una seduta pubblica di consiglio (30 aprile 1839) - per i mutati tempi, non la fece più. Qualche notizia riguardante la diocesi veronese, riferita dalla Hierarchia Catholica in riferimento al 1890, fa sapere, che nel 1888 la tassa da pagare alla Curia romana era di 1200 fiorini; nel 1894 erano presenti nella cattedrale 3 dignità, 6 canonici, 2 mansionari e 5 cappellani corali e in seminario c’erano 98 chierici; nel 1900 Verona contava 400.446 abitanti, numerava 124 comunità civili della provincia di Verona, Brescia e Mantova, 264 parrocchie e 980 sacerdoti.

Il card. Canossa, ormai carico d’anni e sempre più cagionevole di salute, si avvicinava al suo terreno tramonto. Il 20 aprile 1899 una folla di popolo si dette convegno sul vasto piazzale del Vescovado, applaudendo e invocando il cardinale. Egli si affacciò pallido e smunto al balcone dell’Episcopio e salutò la folla con queste parole: Figlioli miei vi benedico ed arrivederci tutti in Paradiso.

Furono le parole dell’ultimo addio all’amato e fedele suo popolo, giacché il 12 marzo dell’anno seguente 1900 cessava di vivere. Il 16 marzo ebbero luogo i solenni funerali e fu sepolto nella tomba di famiglia del Cimitero Monumentale di Verona. Il 21 giugno successivo fu inaugurato il suo monumento in cattedrale, opera di Ugo Zannoni.


Visita Pastorale ad alcuni Vicariati della Diocesi