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Cenni Biografici

Servo di Dio mons. Luigi Bosio (1909-1994)

Mons. Luigi Bosio nacque ad Avesa, allora comune della cintura di Verona, il 10 aprile 1909 da modesta famiglia. Ebbe maestro elementare don Lino Chiaffoni (1882-1973) che lo orientò alSeminario di Verona. Durante la teologia fu ospite per un periodo di ammenda - si era levato la veste in una gita sul Baldo - del monastero di Praglia. Dall’esperienza mutuò spirito contemplativo monastico, che unì insieme con l’orientamento pastorale del prete diocesano. Fu ordinato sacerdote il 1° novembre 1931. Da quel giorno, egli scrisse, «l’altare... divenne il mio cuore, il mio calvario, la mia croce su cui offrire me stesso». Svolse il ministero pastorale come vicario  parrocchiale di Legnago dal 1932 al 1937, anni vissuti con i ragazzi e i giovani dell’oratorio Salus e insegnando nel preseminario di quel grosso centro della Bassa veronese. In seguito fu rettore di Presina dal 1937 al 1939, quando la rettoria, prima soggetta ad Albaredo, fu elevata a parrocchia; la resse come parroco dal 1939 al 1940. A Presina il rettore e parroco fece del tabernacolo il punto di partenza e di arrivo di ogni sua attività pastorale. Passò quindi dal 1940 al 1969 alla parrocchia di Belfiore d’Adige, facendo il suo ingresso il 9 giugno 1940, vigilia della dichiarazione e dell’entrata in guerra dell’Italia. Continuò nella nuova parrocchia l’orientamento alla preghiera, specialmente liturgica, distinguendosi per la costruzione della nuova chiesa, concepita e realizzata con fine senso liturgico e sapienziale secondo i criteri della migliore Liturgia. Fu nominato canonico del capitolo della cattedrale nel 1970. La lettera di mons. Carraro che gli significava il passaggio da parroco a canonico gli fu recapitata dall’amico e già suo curato ad Avesa don Giovanni Ciresola. Fu per mons. Bosio una prova dura e dolorosa, ma continuò in cattedrale il suo compito di uomo di Dio e padre spirituale di molti. Ricercato confessore e direttore spirituale, si raccolse intorno a lui un folto gruppo di cristiani che ricercavano dal suo confessionale - da lui chiamato «cellina» - il consiglio e la parola ispirata alla Bibbia, ai Padri, alla Liturgia e agli scrittori spirituali e mistici. Morì a Verona il 27 gennaio 1994 in fama di santità. Belfiore gli dedicò un busto marmoreo e una lapide nella parrocchiale, che resta “sua”, mentre una formella bronzea dell’architetto e discepolo Raffaello Bonente, fu collocata presso la sua tomba nel Monumentale di Verona. Ai suoi scritti, tra cui un mensile policopiato da lui curato col titolo di «Cittadella Cristiana» quindi «Jerusalem nova», si affiancarono postumi almeno 8 volumi di Omelie e scritti su vari argomenti di carattere spirituale pubblicati dal 1999 al 2009. Il processo diocesano per la sua causa di beatificazione e canonizzazione fu aperto dal vescovo mons. Giuseppe Zenti la domenica 25 gennaio 2009.